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Il primo consiglio comunale della nuova consiliatura

Nel corso della seduta c'è stato il giuramento del nuovo Sindaco Luca Paolazzi, la convalida dei Consiglieri/e eletti e la comunicazione della nuova Giunta comunale

Data :

22 maggio 2025

Il primo consiglio comunale della nuova consiliatura
Municipium

Descrizione

 
Lunedì 19 maggio si è tenuto il primo Consiglio comunale dopo le elezioni del 4 maggio 2025.
Nel corso della seduta c'è stato il giuramento del nuovo Sindaco Luca Paolazzi, la convalida dei Consiglieri/e eletti e la comunicazione della nuova Giunta comunale.
La Giunta comunale, oltre che dal Sindaco, sarà composta da Luca Zadra (Vicesindaco), Isabella Caracristi, Franco Castellan, Andrea Fabbro e Caterina Pasolli.
Infine, il Consiglio comunale ha eletto la Consigliera Lucia Tomasin quale nuova Presidente del Consiglio. Come Presidente supplente è stata invece eletta la Consigliera Daria Rossi.
Di seguito pubblichiamo il discorso pronunciato dal Sindaco Luca Paolazzi a seguito dell'atto di giuramento.
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Buonasera a tutti e a tutte.
Un saluto al Presidente del Consiglio pro tempore, ai Consiglieri e alle Consigliere comunali, a chi è in sala e a chi ci ascolta da casa.
Parto con dei doverosi ringraziamenti.
In primis all’ex Sindaco Andrea Brugnara, che ha deciso di non ricandidarsi, per il tempo, la passione e la dedizione che ha messo per dieci anni nel suo incarico alla guida della nostra comunità.
Un grazie anche all’ex Presidente del Consiglio comunale, Giancarlo Chistè, qui presente, che ha gestito i lavori dell’Aula con competenza, passione e dedizione.
Poi ai Consiglieri e alle Consigliere comunali che hanno deciso di non ricandidarsi o che non sono stati eletti, grazie per il loro impegno e il loro contributo.
Poi un grazie ai due candidati Sindaco che hanno condiviso con me una campagna elettorale condotta con toni pacati e modi educati, vicini alle persone; abbiamo tutti contribuito ad un confronto importante e di grande valore per il futuro della nostra comunità.
Un grazie anche a tutte le persone, uomini e donne, giovani o meno, che hanno deciso di candidarsi e dedicare un po’ del loro tempo alla nostra comunità. Senza una partecipazione organizzata - ancorchè in alcuni casi velleitaria - i processi democratici si impoveriscono e con essi lo stato di salute delle nostre Istituzioni, e i rischi e le conseguenze sono noti e assai diffusi.
Metterci la faccia non è scontato, decidere di impegnarsi direttamente non è banale, passare dalla critica alla proposta prendendosi cura di ciò che è di tutti è un processo che richiede impegno e per questo ritengo doveroso ringraziare chi ha deciso di farlo. A chi non è stato eletto l’invito che rivolgo è quello di continuare comunque ad impegnarsi, di rimanere collegato alla vita pubblica del nostro paese, nei modi e nelle forme ad ognuno più consoni, perché la comunità e la cura dei beni e dei rapporti pubblici ha bisogno ogni giorno di persone attive, impegnate e appassionate.
Un grazie agli elettori e agli elettrici che hanno deciso responsabilmente di esercitare il proprio diritto/dovere di voto lo scorso 4 maggio. Si parla quasi sempre dei candidati e degli elettori che non ci sono, ma credo sia giusto ricordare e ripartire da chi invece decide di esserci.
Il dato dell’astensionismo è sicuramente preoccupante e ritengo necessario e doveroso un impegno concreto, trasversale e condiviso per cercare di mettere in campo azioni concrete tese ad invertire questa tendenza. Una tendenza che in un certa misura è strutturale e fisiologica nei sistemi democratici maturi, ma che non può essere accettata in maniera fatalista o come un fatto ineluttabile. Chi ha ruoli di responsabilità, a partire da chi governa, ha il dovere di impegnarsi per provare ad invertire la tendenza e questo, ne sono convinto, passa dalla capacità di coinvolgere le persone nella vita pubblica della nostra comunità e nei processi di governo e gestione della cosa pubblica.
Mi sia consentito poi un ringraziamento sentito e affettuoso alla mia famiglia, che in questi anni mi è stata vicina e ha sostenuto il mio impegno pubblico, consentendomi di prendermi gli spazi necessari per dedicarmi alla comunità e all’attività di Vicesindaco prima e di Sindaco ora.
Da ultimo, ma non certo per importanza, un ringraziamento a voi, Consiglieri e Consigliere eletti, a cominciare da chi siede per la prima volta in quest’Aula. Mi congratulo per il vostro risultato. Auspico che d’ora in poi, come è stato generalmente negli anni scorsi, maggioranza e minoranza possano dialogare con reciproco rispetto e, nei limiti di idee e visioni diverse, collaborare per il bene del Comune di Lavis.
Credo che il clima disteso e collaborativo che si è riscontrato nelle ultime consiliature in quest’Aula sia un patrimonio condiviso di tutto il Consiglio e un elemento apprezzato dalla comunità, che per questo intendo coltivare e tutelare anche con l’aiuto del prossimo o prossima Presidente del Consiglio.
Questo passa a mio avviso dal nostro reciproco riconoscimento, di una maggioranza che ha ottenuto nelle urne un risultato netto e un mandato pieno come mai prima e che ha quindi l’onore e l’onere di amministrare; e di una minoranza che svolge qui dentro un ruolo di fondamentale importanza, di controllo, di stimolo e di proposta. In questo perimetro, e da un dialogo non oppositivo e non populista, può e deve nascere una dialettica dinamica che consenta di dare rappresentanza a tutta la comunità e alle esigenze e aspettative che questa esprime.
Di mio, voglio dire di essere molto felice ed onorato per il consenso ricevuto, frutto dell’impegno personale ma soprattutto di un grande lavoro di squadra, duraturo e radicato, dentro e fuori il Municipio. Diventare Sindaco della comunità in cui sono nato e cresciuto è per me una grande emozione, un onore e un traguardo che ho raggiunto mettendo in questi anni da Vicesindaco il massimo impegno e la massima passione possibile a servizio della nostra comunità. Il consenso ottenuto, il riconoscimento umano prima che politico che ho sentito verso la mia persona in questi mesi, mi onora e mi gratifica per il lavoro fatto. Vedere questo impegno riconosciuto e premiato, cosa non certo scontata, è una delle più grandi soddisfazione che ho avuto.
Credo, per usare le parole di Papa Francesco, in una politica che si fa imprenditrice di sogni, e non amministratrice di paure; credo in una politica che crea processi, non in una politica che occupa spazi, che immagina e precorre il futuro anzichè limitarsi all’ordinaria amministrazione del presente o peggio ancora al rimpianto del passato. Credo nella capacità della politica di coinvolgere le persone, di generare competenze, di attivare risorse e di immaginare traiettorie di sviluppo condiviso, per quanto faticose e non immuni a critiche.
Disse Nilde Iotti, prima Presidente donna della Camera dei Deputati, che “la politica è l'arte più alta che si possa esercitare, quella di organizzare la società per gli uomini (e per le donne aggiungo io) affinché gli uomini (e le donne) possano viverci bene. Questo richiede un impegno morale in primo luogo e conoscenza in secondo luogo. Tutto ciò fa della politica qualcosa di molto nobile anche se so molto bene che quando la politica degenera appare come qualcosa di molto volgare”.
Nel nostro piccolo abbiamo la possibilità di contribuire a fare della politica qualcosa di nobile. Tutto questo passa dalla volontà e dalla capacità di impegnarsi, di essere al contempo concreti e idealisti, di farsi carico e di avere cura degli altri e della cosa pubblica come fosse la nostra cosa più preziosa.
Questo è quello che chiedo a me stesso, che chiedo ai miei assessori e assessore e che spero possa essere un orientamento condiviso da tutto il Consiglio. Per questo ai cittadini e alle cittadine di Lavis ribadisco in questa sede che sento forte il peso della responsabilità che mi è stata affidata e che farò il possibile - insieme alla Giunta, al Consiglio e agli Uffici - per prendermi cura della nostra comunità e del nostro territorio.
Vogliamo che Lavis sia sempre di più un territorio vivibile e con un’alta qualità della vita, con servizi pubblici efficienti e con una comunità viva, inclusiva e coesa. Un territorio accogliente e connesso, in cui chiunque possa essere felice, sentirsi a casa, realizzare i propri progetti di vita e di lavoro. Un territorio in cui nessuno viene dimenticato o lasciato solo o indietro.
Il nostro compito da qui in avanti sarà quello di tradurre questa visione, che è stata la visione che ci ha accompagnato fin qui e che per tre volte consecutive è stata accolta e scelta dall’elettorato, in azioni concrete e in pratica amministrativa.
Concludo con una nota relativa alla data di oggi, 19 maggio, in cui ho proposto di convocare il primo Consiglio comunale della nuova consiliatura.
Qualche mese fa mi è capitato di rileggere online un articolo scritto da un nostro noto e stimato concittadino per una testata giornalistica online locale. L’articolo ripercorreva la storia e le vicende umane di Pio Tamanini, nato a Pergine Valsugana nel 1883 e morto a Lavis nella sua abitazione di via Orti nel 1959, maestro di scuola e primo Sindaco di Lavis del Dopoguerra.
Nell’articolo si legge infatti che “Dal 19 maggio 1945 ed esattamente fino al 23 febbraio del 1946, ci fu per Tamanini anche un’inattesa parentesi politica e pubblica importante, che venne nominato come primo sindaco del dopoguerra dal Comitato di Liberazione Nazionale”. Quella stessa sera, si legge nell’articolo, “il sindaco Tamanini venne accompagnato su di una camionetta del Comitato di Liberazione Nazionale in giro per tutto il paese, armato di un secchio con la calce bianca e il pennello per cancellare tutte, possibilmente tutte, le 33 facce di Mussolini, disseminate sulle case lavisane e nei punti nevralgici del paese. Per essere sicuro che il lavoro venisse veramente eseguito alla perfezione, aveva preferito essere lui stesso a dare i primi colpi di pennello e cancellare definitivamente tutte quelle facce ormai superate dalla storia.”
Leggendo questo articolo mi ero detto che sarebbe stato bello e significativo, in caso di vittoria elettorale, poter pronunciare il mio giuramento il 19 maggio, ad 80 anni esatti dalla nomina del primo Sindaco di Lavis del Dopoguerra e del ritorno della democrazia dopo gli anni bui del ventennio e dell’occupazione nazifascista.
80 anni dopo, in un Mondo che sembra non conoscere pace e in cui appare chiaro come nessuna conquista può dirsi definitiva, non posso che ricordare e ringraziare chiunque si sia battuto per liberare l’Italia, il Trentino, Lavis dagli invasori e far trionfare i principi e i valori repubblicani, democratici e autonomisti che sono alla base della nostra Costituzione.
80 anni dopo dico che sono felice di essere stato eletto dai cittadini e dalle cittadine di Lavis e di non essere stato nominato da un Comitato di Liberazione; e che sono felice di poter essere qui in questa Aula a giurare insieme a voi e non in giro per un paese ferito e da ricostruire su di una camionetta a cancellare le effigi di una dittatura liberticida, opprimente e assassina.
Non mi dilungo oltre, perchè da qui in avanti più delle parole conteranno i fatti.
Vi ringrazio per l’attenzione e l’ascolto che mi avete riservato e vi auguro un buon proseguimento dei lavori consiliari.
Il Sindaco del Comune di Lavis - Luca Paolazzi

Ultimo aggiornamento: 22 maggio 2025, 08:49

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